CPU Intel di 6ª generazione Skylake

Stanno per arrivare sugli scaffali i processori di nuova generazione Intel, caratterizzati dalla nuova architettura a 14nm denominata Skylake. Si tratta delle prime CPU Intel che supportano le ram DDR4 a livello di PC mainstream.

intel skylake cpu

Sono due i modelli di processore presentati, entrambi con moltiplicatore sbloccato verso l’alto per favorire l’ottenimento delle prestazioni massime tramite la pratica dell’overclock: si tratta dei modelli Core i5 6600K e Core i7 6700K, da abbinare a schede madri con socket 1151 e nuovo chipset Z170, che tra le principali novità prevede Thunderbolt 3.0, l’evoluzione di USB 3.1 type C (stesso socket ma cavi diversi) in grado di spingere il transfer rate a 40Gbps. Si tratta di CPU dall’elevata potenza e consumi ridotti entro i 91W, di cui elenchiamo le caratteristiche fondamentali:

Modello Socket Core Threads Clock Turbo Cache L3 GPU TDP
Core i7 6700K 1151 4 8 4.00 GHz 4.20 GHz 8 MB HD 530 91W
Core i5 6600K 1151 4 4 3.50 GHz 3.90 GHz 6 MB HD 530 91W

Le CPU come detto andranno abbinate a memorie DDR4 in configurazione dual channel. In merito al chip grafico integrato, siamo di fronte al modello HD 530 che presenta 48 unified shaders, 8 ROPs e 16 TMUs, ad una frequenza di 350 MHz con ram a 1027 MHz in grado di produrre una banda passante di 34.1GB/s, con supporto nativo alle DirectX 11.2

La nuova architettura caratterizza le CPU come veri e propri SoC (System on a Chip), con un’integrazione dei componenti tipici delle schede madri mai vista prima, a vantaggio soprattutto per la loro integrazione in sistemi mobile, giacché sono previste declinazioni di dimensioni estremamente ridotte e dai consumi di appena 4,5W. Di seguito un’immagine del die della CPU:

intel skylake cpu die

Trattamento speciale presso TechStore per gli utenti che sceglieranno di pre-ordinare le CPU sul loro store convenzionato, qualificandovi come nostri lettori.

Nuovi Intel Core i7 Haswell-E

Intel ha finalmente immesso sul mercato, da qualche giorno, i nuovi Core i7 di 4ª generazione appartenenti alla microarchitettura Haswell-E. Si tratta di un importante passo avanti nel mondo desktop poiché per la prima volta Intel rilascia CPU a 8 core fisici, in grado di gestire ben 16 threads contemporaneamente grazie alla tecnologia Hyper Threading. Prima di approfondire le novità, ecco in sintesi le caratteristiche salienti:

Caratteristiche tecniche dei nuovi 3 processori Intel della famiglia Core i7-5000 Haswell-E
Modello Core/Threads Clock Turbo Cache L3 Linee PCI-E Memoria Socket TDP
Core i7 5960X 8 / 16 3,0 Ghz 3,5 Ghz 20 MB 40 DDR4-2133 4 canali LGA 2011-3 140 W
Core i7 5930K 6 / 12 3,5 Ghz 3,7 Ghz 15 MB 40 DDR4-2133 4 canali LGA 2011-3 140 W
Core i7 5920K 6 / 12 3,3 Ghz 3,6 Ghz 15 MB 28 DDR4-2133 4 canali LGA 2011-3 140 W

I prezzi per singola unità, calcolati sulla base di lotti di 1000 unità, ammontano a 999$ per il top di gamma 5960X, 583$ e 389$ rispettivamente per il 5930K e per il 5920K. Naturalmente prezzi tasse escluse.

Rispetto alla famiglia Ivy Bridge-E notiamo subito delle differenze: la compatibilità con le nuove memorie RAM DDR4, l’aumento della cache di terzo livello e un leggero aumento del TDP. Nonostante il cambio di socket che rende incompatibili le nuove CPU con il socket LGA 2011 (stesso numero di piedini ma form factor diverso), il nuovi 140W potranno continuare ad essere contenuti dai dissipatori per LGA 2011.

Oltre al prezzo, la decisione di scegliere l’una o l’altra delle CPU è dettata da due motivi fondamentali: applicazioni compatibili con il calcolo parallelo, che si avvantaggiano non poco dei 16 threads del 5960X; necessità di clock elevato per singolo thread al che la scelta ricade sul 5930K. Se invece non si necessita delle 40 linee PCI Express 3.0 in grado di gestire nativamente un 4-way SLI di nVidia o il CrossFireX di AMD-ATI, ci si può accontentare del più “economico” 5920K.

In comune invece abbiamo il moltiplicatore sbloccato verso l’alto per facilitare l’overclock che, dato anche il processo produttivo a 22nm, è sempre più facile e stabile, anche grazie ai preset XMP 2.0 in grado di far guadagnare senza troppi patemi anche il 40% di frequenza (il reale impatto di un clock più elevato dipende dalla singola applicazione).

Il cambio di scheda madre non è dovuto solo alla necessità di aggiornare il socket, ma anche al cambio del chipset: contestualmente infatti Intel introduce il nuovo X99, che integra controller di memoria a 4 canali per DDR4 con clock fino a 2133 Mhz, controller USB in grado di gestire fino a 6 porte 3.0 e 8 porte 2.0 e ben 10 porte SATA 3.0. Si introduce il supporto ufficiale a Thunderbolt 2.0, in grado di garantire un trasferimento dati potenziale fino a 20 Gb/s. Di seguito una slide che riassume il nuovo chipset X99:

Intel X99

In merito alle RAM, da sottolineare che il nuovo standard DDR4, introdotto nel 2011 ma per ora compatibile solo per i prodotti di questa fascia di mercato “enthusiast”, garantisce non solo frequenze di lavoro più elevate (fino a 3200 Mhz) ma soprattutto un voltaggio inferiore, pari a 1,2V contro 1,5V delle DDR3, che si traduce in un significativo risparmio di assorbimento, superiore al 20%, dato particolarmente sensibile per tutte quelle aziende che implementano potenti server o render farm con centinaia di moduli RAM. Di più, aumenta anche la densità di moduli per banco.

Infine, ricordiamo a tutti i lettori che è possibile pre-ordinare l’Intel Core i7 5960X a €1025 semplicemente collegandosi a questo link e qualificandosi come lettori di questo blog. Look inside and unlock the power!

Schede madri X58 e overclocking Intel i7

Con l’uscita dei processori Intel Core i7 il mondo enthusiast è letteralmente impazzito: merito della straordinaria architettura Nehalem che garantisce prestazioni fantastiche anche in OC. Trattandosi di fascia alta, la diffusione sul mercato di questa nuova piattaforma è ancora limitata, causa elevati prezzi non tanto del processore quanto delle altre componenti fondamentali come la scheda madre e la ram, entrambe da sostituire in quanto diverse rispetto a quelle necessarie per i Core 2. In ogni caso, dopo oltre 5 mesi sono oramai decine i modelli presenti sugli scaffali dei nostri negozi ed in rete si possono trovare già diversi roundup tra le diverse proposte dei vari produttori.

chipset x58

Come era lecito attendersi, le migliori schede madri sono quelle prodotte dai due leaders: Asus e Gigabyte. Tuttavia, a causa del memory controller integrato nel processore, le prestazioni differiscono davvero di poco ed in alcuni casi tali differenze si possono attribuire (proprio perché minimali) alla inevitabile tolleranza dei software di misurazione utilizzati. Vale la pena in ogni caso fare un riassunto di quanto disponibile:

La ASRock X58 SuperComputer soffre ancora di problemi di giovinezza: grossi problemi ad overclockare stabilmente la cpu e risultati massimi di test raggiunti già a 3,7Ghz, e con grande difficoltà a trovare i settaggi giusti. Anche in nominal mode la scheda registra performance generalmente inferiori (più allineate nel computing puro) a quelle di una Gigabyte, pur ad un prezzo più elevato. Con una EVGA X58 sono stati toccati i 5,1Ghz con un i7 965EE raffreddato ad azoto liquido, ma anche qui il prezzo appare eccessivo se si considera che a questo livello si può trovare la DFI LanParty UT X58-T3eH8, più indicata per sistemi orientati all’overclocking estremo. Segmento al quale punta anche la Biostar TPower X58, scheda dal layout classico che non brilla per dotazione di espansione ma che prevede una solida architettura di raffreddamento (la qual cosa potrebbe ostacolare il montaggio di alcuni dissipatori per cpu particolarmente voluminosi). Assolutamente da scartare la Intel DX58SO: sinceramente non capisco perché la Intel così forte nel mondo dei processori (ad attualmente anche in quello degli SSD), debba impelagarsi anche in quello delle schede madri dove ha dimostrato tutta la sua poca dimestichezza. Scarsa si è rilevata in ambito OC anche la ECS X58B-A, nonostante l’ottimo bios che lascia pensare ad un potenziale elevato (la base dunque appare buona, ma c’è da lavorarci sopra)
Con le Gigabyte GA-EX58-UD5 e GA-EX58-Extreme è stato raggiunto il ragguardevole risultato di 3,95Ghz con il Vcore a 1,3v, mentre addirittura i 3,8Ghz con il Vcore a default (1,2v): il tutto con una scheda madre dal prezzo di mercato del tutto accettabile. Più o meno allo stesso livello anche i modelli GA-EX58-UD4P e GA-EX58-DS4: quest’ultima si fa preferire per il prezzo estremamente vantaggioso, inferiore alle €200, e come vedremo tra poco il fatto che a stento raggiunga i 4Ghz è poco significativo.
Passando al mondo Asus, la scheda base è la P6T: equipaggiata con 6+2 fasi di alimentazione, stabilmente ha raggiunto i 3,9Ghz, se si vuole salire ancora di più bisogna passare a schede più evolute come le P6T serie WS che hanno 16+2 fasi, oppure la Rampage II Extreme, probabilmente la migliore scheda madre attualmente in commercio. Allo stesso prezzo si trova la MSI Eclipse SLI, la scheda top di gamma della famiglia MSI, la quale invece sembra aver toppato con la X58 Platinum, che in ambito OC ha fatto registrare pessimi risultati. Scheda da elevate prestazioni è anche la Foxconn Quantum Force BloodRage, ma purtroppo è difficile da trovare in Europa ed i suoi costi di spedizione dagli USA sono molto elevati (oltre al fatto che nel caso si debba ricorrere alla garanzia interfacciarsi con un negozio negli Stati Uniti per eventuali sostituzioni non è semplice…).

Al termine di questo lungo elenco (non completo ovviamente), dopo le tante recensioni lette, ci sentiamo di consigliare le schede Asus e Gigabyte, che confermano la loro supremazia con prodotti al top delle prestazioni. La DFI e la Rampage II sono particolarmente indicati per overclocking estremo e modders incalliti, mentre con la Gigabyte UD5 e la Asus P6T Deluxe avete il miglior compromesso prestazioni/prezzo. Se invece volete accontentarvi di raggiungere elevate prestazioni con un occhio al portafoglio, sicuramente la DS4 è la scelta migliore, seguita a ruota dalla Asus P6T. Se invece non badate a costi, la EVGA X58 SLI Classified la portate a casa con €450, ma vi garantisce i 5Ghz con un i7 920, un risultato spaventoso.

Venendo al secondo tema del topic, una breve riflessione sui costi/benefici di un OC con i7. Vediamo questo schema realizzato da xbit-labs su una Gigabyte X58-UD5:

Leggendo l’intera recensione si potrà notare come passare da 3,8Ghz a 4Ghz porti un aumento prestazionale medio del 3%, a fronte di un notevole aumento di consumi, quasi il 13%. Ciò è dovuto principalmente alla necessità di aumentare il Vcore della cpu per mantenerla stabile anche ad 1,4v. Questo implica anche una notevole produzione di calore, infatti tendenzialmente oltre i 3,8Ghz viene da tutti consigliato il raffreddamento a liquido e non più ad aria, a meno di non dotarsi di un Thermalright IFX-14 con una Scythe Ultra Kaze 3000 al centro e due Panasonic da 60mm di spessore ai lati: in pratica, una portaerei… Se volete tenere a freno in maniera decente i cavalli del vostro processore il consiglio è quello di piazzare 3 Ultra Kaze 2000 su questo dissipatore in modo tale da avere il massimo rapporto prestazioni/silenzio.
Dunque, il limite logico degli i7 920 (non architetturale) andrebbe posto intorno ai 3,7Ghz, 3,9Ghz se raffreddate a liquido: ma personalmente non andrei oltre i 3,2-3,3Ghz per uso giornaliero, perché in ogni caso il consumo di corrente diventerebbe assolutamente eccessivo e poco proficuo.

Roadmap cpu Intel: breve panoramica

In questi giorni sono usciti i nuovi Mac Pro dotati dei nuovi processori Intel Xeon con architettura Nehalem, chiamati Nehalem EP. Si tratta di processori quad core prodotti a 45nm su socket 1366, controller di memoria DDR3 triple channel. Nella tabella che segue, da xbitlabs, il riassunto della famiglia Nehalem EP:

Nella Silicon Valley tuttavia bollono in pentola grandi evoluzioni: la roadmap conosciuta per ora si ferma al 2012 (salvo variazioni prodotte dall’attuale crisi economica che hanno già alterato il quadro per questo 2009), quando sarà prodotto il nuovo processore con architettura Haswell a 22nm. Nella immagine che segue la mia personale elaborazione della roadmap Intel fino al 2010:

roadmap-intel

Una breve panoramica dell’attuale mercato Intel: da novembre 2008 sono disponibili per la fascia alta del mercato desktop le nuove cpu quad core con architettura Nehalem, codename Bloomfield, chiamate Core i7, su chipset X58 e socket 1366, in tre versioni (vd. qui, ulteriori info a questo link). Vantano 731 milioni di transistor, cache L3 da 8Mb e controller di memoria DDR3 triple channel. Da qualche giorno è disponibile una revisione del modello 920 detta D0, che dovrebbe garantire migliore stabilità in overclock. A breve i modelli 940 e 965EE saranno sostituiti dai nuovi modelli 950 e 975EE (che vantano un centinaio di Mhz in più) prodotti con step D0. Nel mercato premium/mainstream saranno introdotti nell’ultima parte dell’anno (e non nella prima metà come previsto inizialmente) i nuovi processori basati su Nehalem Core i5 Lynnfield (4 core) a 45nm, su chipset P55 e socket LGA 1160, con controller di memoria DDR3 dual channel e cache L3 da 8Mb di tipo inclusivo. Cancellati i Core i5 Havendale a 2 core, Intel ha deciso di anticipare il progetto Clarkdale, processori a 32nm con chipset grafico integrato su socket LGA 1156: a differenza di quanto programmato nei mesi scorsi, saranno disponibili già nel primo trimestre 2010.
Per il quarto trimestre del 2009 è prevista anche l’uscita dell’evoluzione delle cpu Nehalem, chiamata Westmere: sarà prodotta a 32nm, conterà 6 core / 12 threads sempre su socket 1366 (allo stato attuale non è dato sapere se tutti i modelli di schede madri supporteranno questa evoluzione).

Processor Model
Clock-speed
Cache
QPI speed
TDP
Step
Price

i7-975EE
3.33Ghz
D0

i7-965EE
3.20Ghz
8Mb
6.4 GT/s
130W
C0
$999

i7-950
3.06Ghz
D0

i7-940
2.93Ghz
8Mb
4.8 GT/s
130W
C0
$562

i7-920
2.66Ghz
8Mb
4.8 GT/s
130W
C0-D0
$284

Nel mercato server invece saranno disponibili dal 29 marzo le cpu Xeon Nehalem EP su piattaforma Tylersburg, viste in precedenza. Ma già alla fine dell’anno uscirà una ulteriore evoluzione del mercato high-end (successori dunque degli Xeon Core Dunnington) con la produzione di processori Xeon Nehalem-EX: si tratta di processori ad 8 core / 16 threads, destinati a piattaforme Boxboro quad chipset con socket 1567, con ben 2,38 miliardi di transistor (merito della cache L3 a 24Mb) e controller di memoria DDR3 quad channel. Entrambe le soluzioni evolveranno poi nell’architettura Westmere, i primi passando a 6 core, i secondi alla tecnologia produttiva a 32nm, ma allo stato attuale non si hanno dati su queste soluzioni.

Dissipatori per cpu Intel – parte 1

Da sempre, una delle caratteristiche della Intel è stata quella di produrre processori estremamente performanti in termini di prestazioni ma terribilmente esigenti in termini di consumo e quindi di calore prodotto. Questo comporta che i dissipatori boxed siano davvero poco performanti e per ottenere questo poco debbano montare ventole da 2800rpm, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista del rumore sia in idle che soprattutto in full. D’altronde ciò è determinato dal fatto che questa è l’unica via per mantenere il costo delle cpu boxate sufficientemente basso. Al contrario invece, AMD ha sempre prodotto cpu magari non sempre molto potenti ma poco esose, per cui il dissipatore originale si rivela nella maggior parte dei casi sufficientemente silenzioso e performante.

Questo fa sì che, nonostante l’architettura Core 2 abbia invertito la tendenza rispetto alla serie Pentium, un quad core (in maniera quasi obbligatoria se overclockato) necessiti necessariamente di un dissipatore esterno che mantenga il processore sufficientemente fresco e soprattutto l’ambiente di lavoro sufficientemente silenzioso. Sul mercato esistono molti modelli adatti allo scopo, ma non tutti riescono a coniugare entrambe le esigenze esposte. Va comunque sottolineato che le prestazioni e la rumorosità di una ventola dipendono strettamente dall’ambiente di lavoro: se molto fresco e silenzioso permetterà al dissipatore di lavorare bene ma al contempo ne esalterà il rumore della ventola; al contrario se molto caldo e rumoroso di fondo stresserà il lavoro del dissipatore ma ovviamente ne coprirà il rumore della ventola anche a giri elevati. Mischiando ulteriormente le carte si ottengono ulteriori effetti: un ambiente caldo e silenzioso è il peggiore, perché costringe il dissipatore a lavorare al suo massimo e dunque esalterà il rumore fino a creare un fastidioso ronzio che può disturbare la concentrazione dell’utente.
Esistono due principali categorie di dissipatori: i classici top-down con ventola parallela alla scheda madre e i dissipatori a torre, con ventola perpendicolare alla scheda madre. Questi ultimi, più costosi, sono estremamente performanti ed in alcuni casi si possono usare in modo “passivo”, cioè senza il supporto della ventola.
Attualmente le case produttrici di dissipatori che vengono indicate dalla maggior parte degli esperti sono: Thermalright, Noctua, Schyte, Zalman, Zerotherm, Artic, Cooler Master, Thermaltake. Ovviamente ne esistono anche altre, ma generalmente i loro prodotti sono più difficili da reperire. Tutti i dati sotto riportati sono dichiarati dal costruttore e da intendersi con un range di +/- 10%. Prima di procedere all’acquisto, verificare sempre che la propria scheda madre sia compatibile con il dissipatore e soprattutto che le dimensioni del case ne consentano un montaggio sicuro.

Intel E8x00 stock

Socket 775 e 1366
Di seguito verranno illustrati i principali prodotti per dissipazione relativi ai due socket 775 e 1366. Dove non specificato, il dissipatore si intende compatibile soltanto con la prima soluzione.

Si parte dalla coreana Zalman con i modelli CNPS 9500 e 9900, l’ultimo nato: il primo riesce ad avere una buona silenziosità a bassi regimi, dove comunque la ventola fa registrare 1350rpm e 18dBA. In caso di OC bisogna alzare il regime, il massimo si ha a 2600rpm e ben 27,5dBA; il fratello maggiore è leggermente più grande, e nonostante monti 2 ventole su cuscinetti a sfera, variando tra 1000 e 2000 rpm fa registrare un noise compreso tra 19dBA e 38dBA, un dato quest’ultimo un po’ eccessivo.

Della taiwanese Cooler Master, leader nel mercato del raffreddamento in generale, segnalo l’Hyper Z600, un potente dissipatore dotato di supporto per socket 1366. Le dimensioni sono molto generose, arrivando a coprire i primi 3 slot di ram. Dai test effettuati il livello prestazionale è ottimo: nella confezione non è presente alcuna ventola aggiuntiva, da comprare dunque a parte: è possibile montarne fino ad un massimo di 2, cosa che consente di avere le massime prestazioni. Con cpu a 45nm a default clock potrebbe essere utilizzato anche in modo passivo. In questo caso la rumorosità non è rilevabile, in quanto dipende dalla tipologia di ventole che vengono acquistate. La serie Gemini offre due prodotti: il top-down Geminii S, dotato di ventola 1000-2000rpm e noise da 17-21dBA; poi il GeminII, una bestia di dissipatore: grazie al supporto per ben 2 ventole 120mm è in grado di raggiungere prestazioni uguali a quelle di un sistema di raffreddamento liquido (anche in OC le differenze non sembrano clamorose) e con le sue dimensioni consente di raffreddare egregiamente anche componenti quali ram e scheda madre, un fattore di estremo interesse. Estremamente interessante è uno degli ultimi nati, il V8: 8 heatpipe con ventola da 800/1800rpm e 17-21 dBA; purtroppo è consigliato fino ad un limite di 180W, quindi se volete overclockare i nuovi i7 dovrete rivolgervi alla classe superiore, il V10, che possono arrivare intorno ai 200W ma con una rumorosità decisamente superiore rispetto alla concorrenza.

L’austriaca Noctua si è sempre contraddistinta per i suoi prodotti di elevatissima qualità: il NH-C12P è un prodotto top-down particolarmente indicato per i case poco areati e può contare su una ventola di serie NF-P12 a basso regime rotazionale. Invece il NH-U12P è a torretta: dotato sempre della ventola NF-P12 ha permesso di registrare temperature davvero eccezionali se paragonate a quelle di altre soluzioni dotate però di ventole molto più rumorose. Questa ventola Noctua è certamente da consigliare (peccato per il prezzo), potendo contare su appena 19,8dBA a 1300rpm: è inoltre dotata di un adattatore che permette di selezionare anche 1100rpm o 900rpm, dove fa registrare appena 12,6dBA. Tornando al NH-U, prevede la possibilità di montare due ventole, ma questa seconda soluzione porta un vantaggio intorno a 1-2°, dunque è economicamente sconveniente. In idle, sia con cpu stock che clockate, fa registrare valori molto simili a soluzioni water cooling, mentre ovviamente soffre un po’ rispetto a queste ultime in full, dove in ogni caso batte con valori decisamente inferiori il dissi Intel.

Un’ultima annotazione per oggi riguarda il dissipatore OCZ Vindicator: di fabbrica non è molto performante (appena 5° in meno rispetto al dissi boxed) ma piuttosto silenzioso grazie alla ventola da 1000rpm e 18,5dBA. In questo caso una ventola di marca migliore (come la citata Noctua NF-P12) potrebbe fornire prestazioni superiori. Attenzione in fase di montaggio: questo prodotto copre i primi due slot di ram, che quindi va installata necessariamente prima e non deve essere a profilo alto. Attenzione inoltre alla lappatura, non sempre precisa.

Guida alla scelta del processore – parte 2

Nella precedente puntata è stato introdotto il discorso relativo alla scelta di un processore, guardando alla famiglia Intel. Oggi concludiamo lo sguardo ai prodotti della casa di Silicon Valley introducendo i processori di ultima generazione: Core 2 e Nehalem. È importante fin dall’inizio chiarire le differenze principali sulle quali analizzeremo i vari processori: la quantità di cache, una memoria che gestisce i dati ricevuti dalla ram prima che siano elaborati dai core del processore; la velocità del Front Side Bus (FSB), il canale bidirezionale di dati attraverso il quale la cpu comunica con gli altri componenti del computer.

Intel Core 2
Quando nel 2006 la Intel si accorse che oramai l’architettura Pentium aveva fatto il suo tempo e che la corsa ai gigahertz era oramai finita, mise sul piatto della bilancia che al tempo pendeva per AMD un processore rivoluzionario in grado di garantire altissime performance limitando i consumi, ribaltando quindi completamente la filosofia dei processori precedenti. Si tratta di microprocessori x86 di ottava generazione, suddivisi nelle 3 fasce di Core Duo, Core Quad e Core Extreme ad identificare i primi due il numero di cpu sul die, il terzo la gamma dedicata agli appassionati di overclocking estremo. Da non confondere con i processori Core Duo e Core Solo dedicati all’ambito mobile. Inizialmente erano costruiti con processo a 65nm (Conroe ed Allendale), da inizio 2008 il processo di produzione è stato aggiornato e portato a 45nm (Wolfdale e Ridgefield), tutti su socket LGA775.
Di questa serie ne esistono vari tagli, identificati con sigle ben precise.
Core 2 Duo: si tratta di processori dual core particolarmente indicati per computer che non richiedono grosse capacità di calcolo. Il processore più economico è l’E2140, un processore da 1,6Ghz e 1Mb di cache L2 staccato sul mercato ad un prezzo di poco superiore ai €50. La serie 2 arriva fino al E2220, sempre 1Mb di cache L2 ma frequenza a 2,4Ghz. La serie E4xxx arriva fino a 2,6Ghz e vanta rispetto alla sorella minore una cache L2 doppia, quindi da 2Mb. La serie E3xxx vanta 2 modelli di ultima generazione: frequenze molto elevate, a partire da 3Ghz, 6Mb di cache L2 e bus a 1333Mhz. La serie E5xxx è molto nutrita, andando da 1,8Ghz fino a 3Ghz, con cache di 2Mb o di 6Mb a seconda dei modelli. La serie E6xxx è stata la prima presentata: frequenze variabili da 1,86Ghz a 3Ghz, i primi modelli avevano 2Mb di cache, raddoppiati poi in una seconda revisione quando la cache dei processori di questa serie è stata portata a 4Mb. La serie E7xxx ha la cache di 3Mb con bus a 1066Mhz, mentre l’ultima serie, E8xxx, ha il bus a 1333Mhz e cache di 6Mb.
Il range di prezzo dei Core 2 Duo parte da ca. €50 fino a poco meno di €150. Scegliere non è certamente facile: in questo momento, per un pc multimediale che offra discrete prestazioni home/video (giochi, filmati da caricare su youtube, fotoritocco di base, mediacenter) i migliori processori dal punto di vista del rapporto prestazioni/prezzo sono l’E5400 e l’E7200. La serie E8xxx ha mostrato ottime potenzialità in overclocking e può essere una valida scelta per videogiocatori che vogliano raggiungere discrete performance, potendo coniugare in tal modo alte frequenze di lavoro con consumi ridotti rispetto ad un quad core (da ricordare a tal proposito che la maggioranza dei giochi in commercio non sfrutta più di un core a pieno regime e che si contano sulla punta delle dita i games che sfruttano realmente un dual core). Per valutare al meglio i singoli processori bisogna fare riferimento a quanto detto all’inizio, cioè quantità di cache L2 e velocità di bus, calibrando il più possibile la scelta sul sistema ed i programmi che si andranno ad utilizzare.
Core 2 Quad: si tratta di processori quad core indicati soprattutto per sistemi destinati a gestire grosse quantità di calcolo, come rendering grafici e flussi video. Il processore che ha avuto più fortuna di questa categoria e probabilmente uno dei migliori prodotti da Intel nella sua storia è indubbiamente il Q6600: gli 8Mb di cache L2 uniti ad una grande capacità di OC che lo porta tranquillamente sui 4Ghz (anche oltre con dissipazione liquida) ne hanno fatto una delle cpu più longeve, essendo sul mercato da oltre 2 anni e mezzo. Oggi che si può trovare sotto i €150, sebbene il fluttuare del rapporto euro/dollaro non consenta previsioni certe, nonostante il consumo ed il calore prodotto (si tratta di processore a 65nm), continua ad essere una delle scelte preferite anche dai professionisti della grafica. La sua produzione verrà interrotta nel mese di marzo, così da essere definitivamente sostituito dal Q8200, un processore che pur vantando metà cache, è costruito con processo a 45nm che garantisce consumi decisamente inferiori, e la sua migliore architettura dal punto di vista delle prestazioni non lo rende di troppo inferiore al fratello maggiore. Vi è poi la serie Q9xxx, attualmente i processori di punta targati Core 2, potendo garantire elevate frequenze di lavoro a ben 12Mb di cache L2: del Q9400 e del Q9550 (oltre che del Q8200) ne è da poco uscita una revisione contraddistinta dal marchio “s” al termine della sigla. Questi processori sono del tutto identici a quelli base tranne che per un TDP a 65W invece che a 95W. Ciò ha fatto sì che le prime subissero un taglio in alcuni casi notevole del loro prezzo al consumo: ora può diventare interessante il Q9650, prima davvero poco gettonato a causa del suo costo molto elevato (sopra i $500, adesso sceso a poco più di $300). Il Q9550 rimane la scelta di compromesso migliore, mentre il Q9400 con i suoi soli 6Mb di cache non sembra la scelta più azzeccata. Da sottolineare come con le cpu quad core sia necessario acquistare un dissipatore esterno rispetto a quello boxato Intel: questo a causa del fatto che i dissipatori proprietari sono molto rumorosi e poco performanti. È previsto il lancio di un nuovo processore, Q7500, destinato a coprire la fascia bassa di prezzo (sotto i $150) ed in grado di fare concorrenza a questo settore di mercato, dove AMD detiene le sue maggiori fette di mercato.
Questi processori non vengono sfruttati dagli attuali titoli videoludici (se non, forse, GTA IV) e per sistemi home/video costituiscono una base di potenza sostanzialmente inespressa. Sono invece assolutamente obbligatori per tutti coloro che lavorano nel campo della grafica digitale e della produzione video.
Core 2 Extreme: è la gamma enthusiast proposta da Intel. È dedicata a tutti coloro che hanno soldi da spendere e sono incalliti overclockers. Avendo infatti il moltiplicatore sbloccato verso l’alto, possono passare nel caso del QX9770 dai 3,2Ghz di base agli oltre 5Ghz in OC (meglio però in questi casi dotare queste cpu di raffreddamento liquido), frequenze irraggiungibili per i processori delle due famiglie sopra descritte. Inutile dire che il loro costo è elevatissimo, sfiorando o addirittura superando i €1000. Generalmente, sebbene le frequenze più elevate possano far ottenere migliori risultati anche in campo grafico, il prezzo ne sconsiglia l’utilizzo su tali macchine che verrebbero a costare oltre €2000, quasi il doppio di un sistema “normale”. Si trovano con maggiore frequenza su computer dedicati al gaming, perché anche se i giochi non sfruttano interamente la cpu, il singolo core oppure i 2 core sfruttati raggiungono frequenze più elevate rispetto a quelle di un Core 2 Duo e dunque consentono migliori risultati nella fluidità di gioco.

Intel Core i7 e i5
Comunemente conosciuti con il nome di Nehalem dal nome in codice della loro architettura, sono gli ultimi nati in casa Intel. Garantiscono prestazioni eccezionali e rappresentano un salto notevole rispetto ai precedenti Core 2. Attualmente ne esistono solo 3 edizioni: 920, 940 e X965. L’ultima, come dice la sigla, è la versione extreme con il moltiplicatore sbloccato verso l’alto, di cui abbiamo già detto.
Per quanto riguarda l’architettura e le novità introdotte con i Nehalem rimando alla lettura di un post pubblicato qualche tempo fa.
Vale ricordare come siano migliorati i due principali parametri: a livello prestazionale il ripristino della tecnologia Hyper Threading rende disponibili al sistema 8 core logici, quindi ca. +30% rispetto alla cpu con HT disattivato. Dal punto di vista dei consumi, il Turbomode affinato ed abbinato al PowerGate consente di avere migliori prestazioni e consumi ridottissimi quando il pc è in idle oppure il programma utilizzato non sfrutta il multi core. Resta il fatto che la maggiore potenza di cui sono dotate porta ad un TDP dichiarato di 130W. Attualmente, la differenza di prezzo che intercorre tra la 920 e la 940 rende abbastanza preferibile la prima, in considerazione del fatto che i pochi megahertz in più non valgono l’esborso maggiore. Le prestazioni in OC sono molto potenti, essendo stato registrato un 4Ghz raffreddato ad aria (per il 920 che di base ha un clock di 2,66Ghz). Da alcuni test disponibili in rete, un i7 920 overclockato a dovere mostra un consumo vicino ai 290W, dunque chiunque si voglia cimentare in queste operazioni, oltre a dotarsi di un sistema di raffreddamento decisamente freezer (ad aria Thermalright e Noctua su tutti), deve dotarsi di un grosso alimentatore estremamente stabile nei suoi voltaggi. A questi livelli è stato inoltre dimostrato come questa cpu ottenga risultati superiori ad un sistema dual Xeon (quindi 8 core fisici).
Dal momento che le componenti che supportano tali processori (schede madri con chipset X58 e ram DDR3 triple channel) sono estremamente costose, un sistema del genere è consigliabile soltanto a chi lavora a livello professionale con rendering e video: una buona macchina per ora viene non meno di €1500.
I Core i5 saranno la versione economica degli i7, destinati dunque al mercato home: è previsto il lancio nel mese di settembre 2009. Se ne parlerà a tempo debito.

Guida alla scelta del processore – parte 1

Diverse volte in questo blog si è parlato di processori, presentando novità o configurazioni a livello di grafica professionale. Oggi intendo allargare lo sguardo sul mondo dei processori in generale, indicando quali sono le scelte potenzialmente migliori per gli utilizzi più comuni di un pc: comincio con la famiglia Intel, già piuttosto ampia.

La casa di Silicon Valley ha infatti una amplissima scelta di processori:

  • Core i7
  • Core 2 Duo / Quad / Extreme
  • Pentium D
  • Pentium 4 / Extreme
  • Celeron
  • Atom
  • Xeon
  • Itanium

Le prime sei categorie hanno anche i rispettivi processori mobile dedicati al mercato dei portatili, mentre ho ovviamente escluso dalla lista i vecchi Pentium, Pentium 2 e Pentium 3 non più sul mercato. Non mi dilungherò in questa prima parte alla esplicazione di alcuni particolari relativi alle cpu, anche perché come si vedrà le prime 4 categorie sono processori al risparmio i quali non possono essere utilizzati per applicazioni onerose dal punto di vista del calcolo, se non accontentandosi di elevati consumi e/o tempi d’attesa. Partiamo dalla categoria inferiore.
Intel ATOM
Questa famiglia di processori nasce nel 2008 (ma il progetto risale al 2004) dall’esigenza di Intel di coprire il mercato dei pc di bassissimo costo, cioè il settore dei sistemi UMPC e MID (meglio conosciuto come Netbook e Nettop) ritenuto dalla casa molto promettente, e quello dei sistemi OLPC e ClassMate destinato ai paesi in via di sviluppo. Ne esistono varie evoluzioni, attualmente divise nei due core Silverthome e Diamondville, con frequenze che vanno da 800Mhz fino a 1,86Ghz, un consumo che varia dai 0,65W della versione inferiore fino a 2,4W della versione superiore (ma il dato si riferisce al consumo masso con cpu in full: in idle la media è garantita sotto 1W). Hanno tutti una tecnologia costruttiva di 45nm, e soltanto dei Diamondville è stata presentata una soluzione dual core.
Si tratta di cpu dal costo bassissimo, sotto i $50 per il modello più piccolo, prevalentemente destinato alla creazione di computer per uso di office e navigazione web senza esigenze di calcolo. Il benchmark Spec_int2000 è stato utilizzato da Intel per paragonare questi modelli ai più conosciuti Core 2 Duo: un Atom Z530 ha fatto registrare 630 punti contro i 1900 di un E6300 (cpu però dalla frequenza leggermente superiore). In particolare, gli Atom sono stati ottimizzati per eseguire calcoli base (come spostamento di dati e somma) nel minor tempo possibile, mentre operazioni complesse quali moltiplicazioni e divisioni in virgola mobile richiedono molti più cicli di clock di quanto non faccia il Core 2.
Intel CELERON
La famiglia dei Celeron è un’architettura di cpu x86 basate sulla famiglia Pentium, da cui ne derivano impostazioni e progetto. Lanciati nel 1998 come derivazioni dal Pentium II, dovevano garantire ad Intel un ritorno competitivo nel mercato delle cpu in contrasto ad es. con i K6 di AMD. Soprattutto all’inizio non ebbero una storia felice, dovuta anche agli errori commerciali di Intel stessa.
Si tratta di cpu dal costo contenuto, sotto i €30, compatibili con socket 775, tecnologia a 65nm, destinato alla creazione di computer per uso di office e navigazione web in grado di garantire discreta potenza nell’elaborazione dei principali calcoli. Il modello più prestante, Intel Celeron 365, vanta 3,60Ghz; molto interessanti le soluzioni dual core, il cui modello base Celeron E1200 ha un clock di 1,60Ghz al prezzo inferiore ai €50. Il consumo non è dei migliori, soprattutto in relazione alle prestazioni. Può essere particolarmente indicato anche per la sostituzione di cpu in macchine con qualche anno di età (in ogni caso non mi risultano disponibili sul mercato i modelli Celeron socket 478).
Intel PENTIUM
L’architettura chiamata Pentium è stata una delle più longeve e fortunate della storia di Intel: il nome è stato utilizzato per oltre 10 anni, sostituito soltanto nel 2006 con i nuovi Intel Core. Parlerò nello specifico soltanto dei Pentium 4, gli unici attualmente disponibili sul mercato. Hanno costituito una vera rivoluzione, basati sulla nuova architettura NetBurst, con bus fino a 400Mhz. In un momento della storia nel quale la corsa ai Ghz sembrava appena iniziata, la scelta dei Pentium fu quella di sacrificare le prestazioni di calcolo a vantaggio della scalabilità, che voleva dire maggiore frequenza raggiungibile e sulle prestazioni grazie alle nuove librerie SSE2. Di fatto, soltanto le elevate frequenze permettevano ad Intel di raggiungere i livelli della rivale AMD, a scapito però di elevati consumi e produzione di calore. Di fatto dunque il core Prescott che portava i Pentium a 3,8Ghz fu l’ultimo prodotto prima del grande salto ai Core. Il processo costruttivo a 90nm non risolse i problemi, soltanto i 65nm dell’architettura Cedar Mill in qualche modo limitarono, a parità di prestazioni, i livelli di consumo.
Si tratta di cpu dal costo mediamente elevato per il loro settore prestazionale: in sostanza vanno bene soprattutto per sostituire vecchie cpu dal socket 478 (qualora sia ancora possibile trovarli sul mercato), mentre per il socket 775, a meno di problemi di compatibilità con la scheda madre, sono stati nettamente soppiantati dalla loro evoluzione Pentium D e soprattutto dall’architettura Core che ne condivide la compatibilità con tale piattaforma.
Intel Pentium D
Sostituirono nel 2005 la vecchia architettura Pentium 4 NetBurst con processo a 65nm ma si presentarono sul mercato non solo con supporto pieno alla tecnologia x64 che si andava diffondendo, ma soprattutto con il nuovo core Smithfield che garantiva la presenza di due processori, battendo di pochi giorni la concorrenza di AMD con il suo Athlon 64 X2. Con esso, Intel abbandonava definitivamente la corsa ai Ghz puntando nuovamente sul calcolo parallelo, vero punto debole dei Pentium 4. Con la versione Presler, Intel piazzava due core distinti sul package.
Come nel precedente caso, il prezzo dei Pentium D, sempre più difficili da trovare perché oramai fuori produzione progressivamente da quasi 2 anni, ne sconsigliano vivamente l’acquisto, soprattutto perché sostituiti dai nuovi Core, di cui si parlerà nel prossimo articolo.

Phenom II X4: le nuove cpu AMD

AMD, la nota casa produttrice di processori e schede grafiche con sede a Sunnyvale, ha presentato al CES 2009 di Las Vegas le sue ultime produzioni. Storicamente nota per le sue cpu affidabili, potenti e dal basso consumo, da oltre 2 anni a questa parte ha subito un forte ridimensionamento a causa dei processori Intel targati Core 2, in grado di fornire prestazioni decisamente superiori. La sofferenza con la quale l’AMD ha risposto a Santa Clara è stata evidente nel grave errore commesso con le cpu Barcelona, con il famigerato bug delle TLB della cache L3 che ne ha fortemente limitato la diffusione sul mercato nei primi mesi di commercializzazione. Con 2 anni ed oltre di ritardo, AMD si ripresenta sul mercato con un aggiornamento dei suoi Phenom, che nelle premesse dovrebbero competere proprio con i Core 2. Vediamo che impressione hanno fatto.
Innanzitutto, l’architettura "Deneb" a 45nm permette frequenze più alte rispetto ai vecchi Phenom: si passa così dal tetto di 2,6Ghz a 3Ghz, che avvicinano in questo modo i 3,2Ghz di Intel. La cache L3 addirittura triplica, passando da 2Mb a 6Mb, con una soluzione architetturale da 4 blocchi principali con 2+2+1+1: in tal modo, è possibile agire su questi blocchi per produrre cpu dal taglio e dunque dal prezzo differente. Il memory controller per ora rimane di tipo DDR2, con massima frequenza di clock di 1066Mhz.
Poco intelligente, a mio avviso, la scelta del nome: Phenom II X4 920 e 940 sono sigle che richiamano in maniera troppo evidente i Core i7 della Intel, tuttavia non paragonabili in quanto a potenza. Intelligente invece la soluzione di rendere il socket AM3 compatibile con il socket AM2 e AM2+, a patto ovviamente che le schede madri lo prevedano quanto a bios ed alimentazione: questo sarà un grosso vantaggio perché permetterà a chi adesso acquista schede madri AMD di poter passare ai prossimi processori con memory controller DDR3, attesi nei prossimi mesi, cambiando il minimo possibile.
Accompagna le ultime cpu anche la nuova piattaforma Dragon, dotata oltre che di Phenom II X4 anche di chipset AMD 790GX e scheda video ATI serie 4: dunque una piattaforma completa che si pone come nuova top di gamma di casa AMD. In tal modo, se il prezzo del X4 940 è più o meno allineato a quello di un i7 920 ($275 vs $284), il resto della componentistica porta un risparmio di circa il 30% rispetto ad una soluzione Nehalem. Mentre rispetto ai Core 2 la differenza di prezzo è minimale, ma le prestazioni sono ora piuttosto simili. Come si può infatti vedere dai test effettuati da hwupgrade.it, il 940 è allineato al 9550 (che conta però 170Mhz in meno), ma anche rispetto al 9650 (stessa frequenza di clock) il divario non è strabiliante, a fronte di un prezzo che è quasi la metà:

Anche in ambito videoludico, con i test 3D Mark è stato possibile notare come il 940 sia allineato al 9550, essendo nettamente superiore al suo predecessore X4 9950, grazie in particolare alla nuova cache L3. Interessanti i risultati anche in campo consumi ed overclock, dove i nuovi Phenom II fanno registrare ottimi valori, in particolare il 940, che essendo Black Edition ha il moltiplicatore sbloccato verso l’alto, dunque con ampi margini di tolleranza in OC.
Insomma, sebbene con 2 anni di ritardo, a Sunnyvale sembrano tornati competitivi con Santa Clara, ottenendo con le proprie cpu, a parità sostanziale di prezzo (forse anche con qualche cosa in meno), praticamente le stesse prestazioni della concorrenza. Dunque AMD torna competitiva sul mercato middle range ponendosi quasi allo stesso livello dei Core 2. Certo, i Nehalem rimangono attualmente irraggiungibili, ma lo sono anche come prezzo, dunque non è questo il settore di riferimento per AMD, che con le sue migliorie ha preferito consolidare la sua base di utenza media.
Bisognerà solo vedere come procederanno le cose: Intel non tarderà a debuttare in questa fascia con l’architettura Nehalem i5, che grazie alla compatibilità con memorie dual channel e soprattutto con il chipset P55 permetterà la costruzione di piattaforme dal costo molto contenuto. I Phenom II su socket AM3 dovrebbero garantire un ulteriore salto probabilmente intorno al 5% (o giù di lì) e potrebbero arrivare a 3,2Ghz. In tal modo, azzardo una previsione personale che gli i5 della Intel saranno ca. 10% migliori dei Phenom II AM3: una differenza tutt’altro che di poco conto, ma colmabile da una differenza di prezzo che sarà più o meno simile a vantaggio di AMD.

Intel Nehalem: cosa c’è da sapere

Come indubbiamente i lettori sapranno, per il 2009 la Intel ha preparato grandi novità nell’ambito dei processori attraverso la nuova architettura Nehalem. I primi processori, come annunciato tempo fa, sono già disponibili, ma gli alti prezzi e le scarse disponibilità di pezzi compatibili ne limitano la diffusione, sicché è prevedibile che soltanto con l’avvento del nuovo anno tale tecnologia troverà la sua naturale e dovuta diffusione.

Non si tratta infatti di un semplice aggiornamento della tecnologia esistente, ma di una architettura completamente nuova, a cominciare dal socket, che dal 775 passa al 1366. Il nome delle nuove cpu è Core i7, vengono prodotte con processo a 45nm e presentano queste novità fondamentali:

  • architettura quad core di tipo nativo, cioè i quattro processori risiedono tutti nello stesso blocco di silicio
  • nuova cache L3, di 8Mb (a salire in futuro). Contestualmente viene ridotta la cache L2
  • ritorno della tecnologia HT (Hyper-Threading), presente nelle ultime versioni dei P4 e poi abbandonata con i Core 2
  • nuovo set di istruzioni SSE4.2
  • debutto della tecnologia QPI, Quick Path Interconnect, che sostituisce il front side bus nel collegamento tra processore, moduli memoria e in alcune versioni di cpu anche chipset
  • Turbo Mode e Power Gate, delle quali abbiamo parlato in precedenza su questo blog


Il die del nuovo Nehalem, da hwupgrade.it

Le nuove cpu saranno dotate di 731 milioni di transistor. È bene distinguere l’architettura del processore da quella dei singoli core: in questo caso infatti essa viene derivata dall’esperienza maturata con i Core 2, affinandola. L’execution unit a 4 vie per ogni ciclo di clock, poco sfruttata dal mercato fino ad oggi, è stata potenziata espandendo i buffers interni; il Loop Stream Detector è stato spostato dopo l’operazione di Decode, potendo così ospitare fino a 28 Micro-Ops all’interno del LSD stesso, con una capacità di calcolo superiore alla precedente versione; i branch predictor sono stati ulteriormente migliorati.

Precedentemente è stata citata la nuova cache a 3 livelli del Nehalem: la L3 è unificata per tutti i core (a differenza della vecchia architettura MCP in uso sui Core 2), con la L2 a 256Kb per core che ora viene ridotta a funzione di buffer dati tra L1 (32Kb per core) e L3. La cache è di tipo inclusivo, cioè i dati vengono replicati nei vari livelli: ciò produce una sensibile perdita di potenza di calcolo ma riduce la latenza. La cpu sa che ciò che manca in un livello è assente negli altri 2, quindi non perderà tempo a cercarlo ma andrà subito a richiederlo al memory controller: proprio quest’ultimo è un’altra delle interessanti novità prodotte da Intel, la quale ha accolto alcune osservazioni derivanti dal settore integrandolo all’interno del processore e non più esternamente nel chipset, cosa che sebbene più efficare in fase di aggiornamento non sempre risultava la via più corretta (specialmente in ambito server). Il memory controller è DDR3 di tipo triple channel, ma nel 2009 uscirà una nuova versione dual channel che permetterà di contenere i costi. Sarà dato supporto fino a 6 canali di memoria con velocità massima di clock pari a 1333Mhz, per una banda totale di 32Gb/s.

Alcune delle soluzioni adottate da Intel nella nuova architettura Nehalem seguono la strada introdotta qualche tempo fa da AMD, che infatti a differenza che nel settore desktop/mainstream, in quello server ha retto sempre molto bene la concorrenza, risultando anzi spesso preferibile per le proprietà scalari dei suoi processori Opteron.

Un’ultima parola si può spendere per dire che Nehalem non rappresenta quella rivoluzione che Intel apportò con i Core rispetto ai vecchi Pentium nel 2006: ma è anche vero che i Pentium non erano più in grado di reggere né la concorrenza dei K8 di AMD né le richieste del mercato del tempo. La casa americana con Nehalem introduce una nuova architettura, molto potente, ma che si basa sull’esperienza maturata con i Core e quindi non è una vera rivoluzione. La road map dell’azienda di Santa Clara per ora ci dice che nel 2009 dovrebbe essere introdotto il processo produttivo a 32nm, nome in codice Westmere, mentre l’architettura di decima generazione, nome in codice Sandy Bridge (almeno attualmente), non vedrà la luce prima della seconda metà del 2010. Intel per altro sta già lavorando all’architettura di 11ª generazione, nome in codice Haswell (almeno attualmente), che forse vedrà la luce nel 2012.

Dopo questa breve introduzione all’architettura, un’ultima parola la possiamo spendere per le prestazioni: prendendo ad esempio la cpu Core i7 920 (quella base in uscita in questi giorni) e il Core 2 Q9550 (processore di frequenza superiore e costo più elevato), si può osservare come il guadagno prestazionale fornito dalla nuova tecnologia sia netto, anche in configurazione single core (test con Cinebench 10). Il 920 è il nuovo processore entry level, in quanto è proposto ad "appena" 284$, ma la sua diffusione sarà, come detto, fortemente limitata dal prezzo del resto del sistema, in quanto attualmente sia le schede madri con chipset X58 che le ram DDR3 sono molto costose. Bisognerà attendere quanto meno il chipset P55 di fascia media (previsto per la fine dell’anno/inizi anno nuovo) e di conseguenza una certa stabilizzazione del mercato prima di poter acquistare un nuovo Nehalem in sicurezza per la nostra scrivania. A mio avviso bisognerà cominciare a tenere d’occhio il nuovo hardware verso Pasqua ’09.

Nuovi processori Intel Xeon ed Intel Nehalem

L’Intel sta per rilasciare una nutrita serie di nuovi processori all’interno delle sue categorie. Per quanto riguarda i processori Xeon, è pronta la nuova serie Xeon 74xx Dunnington, che presenta la prima cpu a 6 core nelle versioni a 2,66Ghz con cache L3 di 16Mb e 2,13Ghz con cache L3 di 12Mb. Come si può vedere da questa tabella preparata da anandtech.com, i prezzi di questi due processori si avvicinano ai 3000 dollari:

intel xeon overview

Maggiori informazioni: http://it.anandtech.com/IT/showdoc.aspx?i=3414&p=1

Sui sistemi desktop invece i nuovi Intel Nehalem, nome commerciale Core i7, integrano innovative tecnologie in grado da una parte di ridurre il consumo e dall’altra di potenziare il proprio utilizzo su applicazioni che non supportano il multicore: Turbo Mode provvederà a realizzare un overclocking dinamico sulla base della potenza richiesta, mentre Power Gate (che tradotto signica "cancello per l’energia") provvederà a spegnere i cores non utilizzati, riducendo notevolmente il consumo energetico. Intanto sono disponibili i primi benchmark dei Nehalem in confronto con il Core2 Quad Q9770: secondo Softpedia «in 3DMark Vantage, the Core i7 940, clocked at 2.93GHz, achieved a CPU score of 18252, while the overclocked Core 2 could only go as high as 13128 points» con un boost prestazionale impressionante ad un prezzo che si prevede sostanzialmente in linea con le attuali soluzioni quad (che andranno inevitabilmente a scendere).

Mentre stanno per uscire i nuovi Nehalem, l’Intel già prepara un altro salto per la seconda metà del 2009: il passaggio agli 8 core fisici con tecnologia HT per 16 core logici. Vedremo come risponderà l’AMD, in grave ritardo nello sviluppo di processori multicore per desktop ad elevate prestazioni e che potrebbe ricevere un definitivo colpo di mercato se non immetterà soluzioni prestazionali equivalenti. Per ora l’AMD è stata relegata su computer desktop casalinghi (c.d. fascia lower budget) cercando nuova linfa nella soluzione ibrida dei Phenom a 3 core, ma è evidente che è troppo poco per rispondere al colosso di Santa Clara.

In termini di prestazioni, l’architettura multithread dei Nehalem è stata nettamente migliorata: se a parità di clock il calcolo effettuato da un singolo processore è sostanzialmente equivalente ad un singolo processore della serie Penryn, quando si passa al multicore (soprattutto in soluzioni di rendering), l’incremento si fa pesante: +40% su test Specapc 3DS Max, +20% in Cinebench10, +36% in PovRay 3.7b. Da notare che questi risultati sono stati ottenuti testando schede madri di ultimissima generazione, dunque ancora leggermente immature per la nuova architettura con socket 1366. Da segnalare infine che le diverse versioni di Nehalem, Bloomfield, Lynnfield e Clarksfield, Havendale / Auburndale, avranno socket dedicati: 1366, 1160 e 1160 con chip grafico integrato.